Mangiare col Corpo per nutrire l’Anima
Trovare le cause del sovrappeso è un obiettivo molto importante. Sì, perché essere in sovrappeso nella società di oggi per alcuni può rappresentare un vero e proprio motivo di handicap. Sono proprio queste persone infatti che, quando riescono a trovare la forza, iniziano una dieta. Il problema però è che, spesso, esperienze di restrizione alimentare portano soltanto a rovinosi fallimenti. Perché?
Sovrappeso oggettivo e soggettivo
Per poter parlare di sovrappeso, la medicina occidentale, quella alla quale bene o male ognuno di noi fa ricorso più volte nella vita, s’è inventata una formula. E come ogni formula che si rispetti, restituisce un risultato, un valore. Questo valore è chiamato BMI, body mass index, indice di massa corporea.
BMI = peso / (altezza in centimetri)2
Se BMI è maggiore di 25, allora siete in sovrappeso (potete calcolare qui il vostro indice di massa corporea). Bene. Ma quanto questo numero è realmente indicativo della condizione di “grassezza”, e di conseguenza di salute? Prendiamo un wrestler professionista, una cosiddetta montagna di muscoli, il cui BMI è senza dubbio sopra la soglia di (pseudo)normalità. Secondo voi, è da considerare in sovrappeso?
E, senza andare troppo nel particolare, non pensate che anche solo le differenze interpersonali nella struttura corporea, possano invalidare l’affidabilità di questa formula? Io penso di sì, ed è per questo che, secondo me, il BMI non merita troppa attenzione. Senza contare poi che, nel concetto di sovrappeso, la componente soggettiva gioca un ruolo fondamentale. Rispetto al vissuto soggettivo di “grassezza” troviamo due estremi. Da un lato, chi è quasi fiero della propria pancia, e dall’altro chi invece si vergogna con se stesso nel vedere le proprie forme riflesse nello specchio. Allora, c’è qualcuno che ha più bisogno dell’altro di una dieta? Sì? E, se rispondiamo di sì, su cosa ci stiamo basando per dare la risposta? Sul BMI? Sul disagio? Su altro?
Dal mio punto di vista, di psicologo clinico e psicoterapeuta (e non di dietista, né di medico), tutto questo non è interessante. Ciò che in realtà risulta più intrigante, è trovare le cause del sovrappeso, e non tanto una soluzione efficace. Perché trovata la causa, trovata la soluzione.
Mangio perché ho fame
Se domandate a chi è un po’ troppo in carne perché mangia più del necessario, con buona probabilità vi sentirete rispondere: “Perché ho fame“. Non c’è dubbio, si tratta di una non risposta. Non a caso ci viene subito da farci un’altra domanda. Ci troviamo davvero di fronte a una fame fisiologica, in cui l’organismo, in debito di carburante, ne cerca altro per mantenere attive le proprie funzioni? Oppure abbiamo a che fare con una fame di tipo mentale, dove l’ingestione di cibo equivale a una automedicazione, a una cura self-help (si fa per dire, ovviamente…) dal mal di vivere? In realtà, né l’una, né l’altra opzione ci parlano di ciò che è veramente importante.
Corpo e Psiche
Io credo, e non sono il solo, io non ho inventato niente, che corpo e psiche non siano due cose separate, ma le due facce della stessa medaglia chiamata essere umano. Anzi, dato che le facce della medaglia sono ben distinte e separate, e che invece corpo e psiche non lo sono affatto, diciamo che queste due istanze del sistema uomo potrebbero essere meglio rappresentate dal Tao.
Il Tao parla chiaro: il mondo che conosciamo è fatto di principi opposti (rappresentati dai colori bianco e nero), ma niente è separato dal resto, perché in ciascuno dei due principi c’è un po’ dell’altro (i puntini di colore opposto): la congiunzione degli opposti (la figura del Tao) porta all’Unità (il cerchio, la completezza).
Cosa voglio dire con questo discorso? Semplicemente che, per via dell’esistenza di questo principio universale (non sono solo chiacchiere di filosofi cinesi, credetemi), non ci dobbiamo sorprendere se il corpo spesso arriva a farsi carico di un peso che la persona non riesce a vivere ad altri livelli.
Il vantaggio del sintomo
In via generale, nel modello clinico che seguo, attraverso il sintomo, il corpo esprime un disagio dell’anima. Parlando il linguaggio del corpo, il sintomo rende visibile ai nostri occhi un problema che sta da un’altra parte. Un po’ come una spia che si accende sul cruscotto della nostra auto, il sintomo ci avverte di fare attenzione perché il motore, oppure il servosterzo, la batteria o altro non funzionano più come dovrebbero.
Ma in questo modello clinico, non ci si limita a rifare la testa del motore, a cambiare la centralina del servosterzo (ammesso che esista) o a ricaricare la batteria. Né, ancor peggio, a disconnettere la lucina della spia dal cruscotto (il che equivale a negare il sintomo attraverso l’assunzione di un farmaco). In questo modello ci si chiede se il guidatore stia andando realmente nella direzione che vuole lui, o se sia costretto, dagli eventi della vita, ad andare altrove.
La destinazione di ognuno è scritta nel profondo dell’anima, e il navigatore è impostato su quelle coordinate. Sappiamo bene tutti che, ogni volta che ci prendiamo la libertà di cambiare strada, il navigatore ricalcola il percorso alternativo, e continua a guidarci tenendo sempre in mente come obiettivo la destinazione originaria. Se però cambiamo troppo direzione, se ci infiliamo in una situazione non recuperabile, che succede? Stiamo pur certi che dopo poco sentiremo la voce sintetica pronunciare le fatidiche parole: “Tornate indietro quando potete“.
Questo è il significato del sintomo: un monito, un avvertimento a rivedere i nostri piani di viaggio, perché, a quanto pare, stiamo andando nella direzione sbagliata. Ma il sintomo è anche un vantaggio, perché porta equilibrio nella vita della persona (anche se si tratta di un equilibrio disfunzionale, che può durare poco).
Le Cause del Sovrappeso
Secondo questo modello, anche il sovrappeso è un sintomo. E dato che il disagio dell’anima non può che esprimersi nel corpo attraverso immagini, per comprendere il significato del sintomo dobbiamo andare alla ricerca del suo significato simbolico.
Il significato del sintomo è da ricercare nella singola persona, e non sui manuali. Nella sua vocazione (la destinazione del navigatore…), nello specifico contesto di vita che sta vivendo, nella sua tipica modalità di viverlo e nella sua natura. Solo così, il sovrappeso (e il sintomo in generale) assume un senso specifico. Quindi, ad esempio, uno può ingrassare, ingrandire la propria forma, per occupare più spazio nel contesto familiare o lavorativo. Una donna può prendere peso dopo l’operazione di sterilizzazione, o alla menopausa, per recuperare, attraverso “il pancione” e l’aumento del seno, la facoltà di procreare ormai perduta. Un altro può (maldestramente) tentare di recuperare il concetto di Unità (il Tao) assumendo il più possibile una forma sferica, appunto come il Tao. Per inciso, non ci sembri buffo come obiettivo, dal momento che è la stessa cosa che ognuno di noi fa nell’atto sessuale… Un altro ancora può, appunto, “trasformare il proprio corpo in una sfera” per esprimere così il suo potere generativo (la Creazione è un concetto circolare…) che non può esprimere attraverso una sessualità non vissuta.
Quindi…
Le cause del sovrappeso stanno nella persona, come detto poc’anzi. Ed è lì che vanno ricercate attraverso una psicoterapia che entra nel profondo. Le diete vanno benissimo, ma più che di dieta dimagrante ha senso parlare di educazione alimentare e all’armonia. Infatti, imporsi una disciplina ferrea ci limita tanto quanto non averne alcuna, e i limiti, si sa, prima o poi vengono superati, perché oltre abita la libertà.
La svolta decisiva sta nel trovare il colpevole, ma quello vero! Perché se non troviamo la causa del sintomo, del problema, questo prima o poi si ripresenterà. E magari, purtroppo, in forma peggiore.
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