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Pillole e Medicina

Developmental Psychopathology

I principi cardine della teoria dello sviluppo denominata Developmental Psychopathology

La Developmental Psychopathology è un approccio allo sviluppo del soggetto teso ad identificare quali possono essere le cause e i fattori di rischio che portano a un esito patologico nello sviluppo.
Tempo stimato di lettura: 5 minuti

DEVELOPMENTAL PSYCHOPATOLOGY

Cercheremo di capire come i vari fattori agiscono tra loro per influenzare le traiettorie di sviluppo.

  • Questa cornice teorica nasce intorno agli anni 70  dall’incontro di diverse aree di ricerca: psicologia generale dello sviluppo, psicologia cognitiva, psichiatria infantile e psicologia clinica, neuropsicologia, ed etologia (Cicchetti, 1984). Mette insieme una serie di informazioni proprie di divere aree della psicologia.
  • Cicchetti, Sroufe e Achenbach sono i fondatori della developmental psychopatology
  • Si occupa dello sviluppo e delle sue deviazioni, studiando l’origine e l’evoluzione dei pattern individuali di comportamento disadattato (Sroufe e Rutter, 1984). Cerca di descrivere in che modo avvengono le deviazioni delle traiettorie tipiche dello sviluppo e perché e quali sono le cause.
  • Studia le diverse formazioni sintomatologiche in relazione ai cambiamenti più significativi che si manifestano nelle diverse fasi del ciclo di vita (Achenbach, 1990)
  • Presuppone la conoscenza delle traiettorie di sviluppo tipico, per individuare le possibili deviazioni da tale traiettoria
  • Si inserisce all’interno di un paradigma entro cui si considera la psicopatologia dell’età evolutiva in una prospettiva longitudinale: perché l’esordio di alcune patologie è piuttosto precoce ed a volte rappresenta un precursore della psicopatologia in età adulta
  • Cerca nei processi interattivi individuo- ambiente gli elementi che possono associarsi a esiti disadattivi entro la dinamica vulnerabilità-protezione –> modello biopsicosociale: processi interattivi che ci sono tra l’individuo e le sue caratteristiche e l’ambiente con le sue caratteristiche.
  • Prospettiva evolutiva riguarda la fase evolutiva specifica in cui si trova un determinato individuo
  • Prospettiva longitudinale riguarda invece tutte le fasi del ciclo di vita vissute da un individuo: ricostruisco la storia del sintomo del bambino, cerco delle tracce che possano essere dei precursori, che magari si sono manifestate in altre fasi del ciclo di vita.

PRINCIPI CARDINE DELLA PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO

I disturbi in età evolutiva hanno una loro specificità. Gli autori hanno messo in evidenza questi principi:

  1. Multifattorialità: non esiste una sola causa che determini l’insorgenza di un disturbo. All’interno della cornice bio psico sociale possiamo dire che nel processo di sviluppo ci sono dei nodi cruciali che integrano competenze affettive, cognitive e sociali che creano una sequenza organizzata ed il modo in cui viene affrontato il nodo precedente, pone le basi per il modo in cui si affronterà il nodo evolutivo successivo. Noi siamo l’esito dell’interazione di diversi fattori contemporaneamente, quindi la famiglia non può essere la causa di tutti i disurbi, ad esempio.
  2. Fattori di rischio e di protezione: oscillazione tra vulnerabilità e protezione ci accompagna nel nostro sviluppo. Bisogna individuare entrambi i fattori perché noi siamo il prodotto dell’interazione tra fattori di rischio e di protezione, ai quali noi siamo costantemente esposti ed essendo esposti a questi, nel corso della nostra storia oscilliamo tra momenti di maggiore vulnerabilità o protezione, a seconda che pesino di più i fattori di rischio o di protezione
    1. Il fattore di rischio sono caratteristiche dell’individuo, dell’ambiente, relazione, che possono aumentare la probabilità che possano insorgere o che possano essere mantenuti dei disturbi.
    1. Il fattore di protezione può essere una caratteristica individuale o ambientale che può ridurre la probabilità che si manifestano o si mantengano costanti degli esiti psicopatologici
    1. I fattori di rischio possono essere individuali, familiari, ecologici: amici, vicini di casa, familiari, insegnanti poco sensibili…
    1. La relazione tra fattori di rischio ed esito psicopat non è lineare: a vole è la compresenza dei fattori di rischio che aumenta la probabilità di comparsa di un disturbo
    1. Alcuni fattori possono avere una influenza o azione differenziata in diversi periodi dello sviluppo:
      − prima infanzia: qualità attaccamento

− fanciullezza: abilità cognitive

− adolescenza: norme educative genitoriali

  • Principio di continuità tra pattern di sviluppo disadattivi e adattivi
  • Siamo in una prospettiva longitudinale ed è importante riconoscere la CONTINUITA’ nei PERCORSI comportamentali ADATTIVI e DISADATTIVI che collegano gli aspetti precoci dello sviluppo ai disturbi dell’età adulta. In particolare, vediamo la differenza tra:
    • Continuità omotipica: in questo caso, un pattern precoce non adattivo si mantiene nello stesso modo nel corso dello sviluppo dell’individuo. Es. disturbo d’ansia che continua ad essere nel tempo un disturbo d’ansia
    • Continuità eterotipica: es. disturbo d’ansia che diventa disturbo del comportamento o abuso di sostanze

Non ci sono condizioni che seguono necessariamente traiettorie di tipo omotipico o eterotipico: le ragioni vanno ricercate nella complessità dell’interazione tra fattori bio-psico-sociale.

  • Questo concetto di continuità ci porta a considerare lo sviluppo in termini di Itinerari di sviluppo (traiettorie evolutive) e non di fasi evolutive, perché le fasi presuppongono l’esistenza di una certa discontinuità tra una fase all’altra, senza permetterci di tracciare delle vere e proprie traiettorie evolutive.
  • In termini clinici e di ricerca è importante andare ad identificare, prima ancora che emerga un disturbo, i pattern di comportamento che sono indicatori di un percorso disadattivo: si pone dunque la necessità di definire tali manifestazioni precoci del disturbo, di imparare a riconoscerle, di studiarne le trasformazioni e le possibili conseguenze, anche attraverso l’individuazione di fattori in grado di influenzarne lo sviluppo (Cicchetti, 1984).
  • Psicopatologia come principio dinamico (equifinalità e multifinalità)
  • E’ diverso dalla continuità omotipica ed eterotipica. Prima parlavamo di continuità di costellazioni psicopatologiche. Qui invece rispondiamo alla seguente domanda: come i fattori di rischio impattano su un successivo possibile esito psicopatologico? In termini di origine non esiste una sola causa, ma in che modo questi fattori ci portano ad un esito psicopatologico? Abbiamo due principi: equifinalità e multifinalità.
  • Equifinalità: diverse combinazioni di fattori di rischio possono portare allo stesso tipo di disturbo (Cicchetti e Rogosh, 1997). Un medesimo disturbo può emergere a partire da diverse combinazioni di fattori di rischio, riflettendo storie evolutive differenti. Diversi fattori di rischio possono portare allo stesso disturbo o disordine.
  • Multifinalità: ). Dallo stesso fattore di rischio posso avere esiti psicopatologici differenti.L’effetto di ogni singolo fattore di rischio dipende dal momento in cui interviene e dalla combinazione con altri fattori. Diversi esiti si possano verificare a partire da uno stesso punto di partenza, a seconda degli eventi in cui intercorre

Gli individui sperimenteranno gli stessi eventi in maniera differente, a seconda del loro livello di funzionamento attraverso tutte le aree dello sviluppo psicologico e biologico. Conseguentemente, le varie esperienze di maltrattamento avranno diversi significati per un individuo a seconda della loro natura e del tempo in cui l’esperienza si verifica» (Rutter, 1989

Studio condotto nel 2012, è uno studio di follow up dello studio Prisma. Si è studiata la continuità omotipica o eterotipica di alcuni disturbi attraverso scale costruite sui criteri diagnostici del DSM.

Nella tabella di correlazione: in diagonale vediamo la significatività dei punteggi in termini di continuità omotipaca. Ci sono alcuni disturbi che sono molto correlati con la continuità omotipica: es. adhd e dopp.

Continuità eterotipica: l a presenza di problemi affettivi, somatici e dopp: in termini di continuità, i disturbi somatici predicono i disturbi affettivi, i dopp possono predire i disturbi affettivi in adolescenza e preado

Da questo studio è emerso che:

  • BUONA STABILITA’ del TRATTO PSICOPATOLOGICO
  • E’ presente CONTINUITA’ OMOTIPICA e CONTINUITA’ ETEROTIPICA
  • Ritroviamo anche il tema della:
    • Multifinalita’: dispersione degli ‘outcome’ a partire da una psicopatologia simile: DO
    • Equifinalità: strade diverse che portano ad uno stesso ‘outcome’: depressione
  • Principio di relazione

Relazione tra i fattori di rischio ed esito psicopatologico non è lineare. Assodato che ci sia una multifattorialità, in che modo questi fattori agiscono tra loro per portare ad un tale esito? La probabilità del disturbo si accresce con l’incremento del numero dei fattori di rischio. Alcuni fattori di rischio hanno un ruolo diverso in base a quando si verificano

  • Mediatore: variabile che specifica un meccanismo attraverso cui un predittore (X) ha un effetto sull’outcome (Y). Non c’è relazione diretta tra x e y ma se aggiungo un mediatore, la relazione tra x e y diventa significativa perché x ha un effetto su m ed m su y
    • Moderatore: variabile che specifica le condizioni per cui un predittore (X) è più o meno legato all’outcome (Y). La relazione tra x e y è significativa solo in certi livelli della variabile (es. genere ha due livelli: maschio e femmina)

Effetti di interazione (XM)

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