Teoria: Cervello sotto sforzo
La Teoria del Carico Cognitivo venne introdotta nel 1980 come una teoria basata su
aspetti incontrovertibili della struttura cognitiva umana, per cui le persone utilizzano
diversi “pezzi” per organizzare le informazioni.
Il modello è costruito sulla premessa che la capacità cognitiva è interamente limitata
dalla disponibilità delle risorse della memoria di lavoro. (Sweller et al., 1998), basata
sul modello della Working Memory introdotto da Baddeley nel 1992.
Tre sono le categorie del Carico Cognitivo:
– Intrinseco: determinato dalla narurale complessità dell’informazione che deve
essere processata. (Chandler e Sweller, 1990).
– Estraneo: determinato dalla mancanza di pianificazione del modo di
presentare le informazioni. (Chandler e Sweller, 1990).
– Germano: è associato principalmente all’elaborazione, la costruzione e
l’automazione di schemi volti principalmente a ridurre il carico cognitivo estraneo.
(Sweller et al., 1998).
Un po’ di fisiologia
Il carico cognitivo indubbiamente è l’anticamera dello stress. Gli agenti stressanti
utilizzano alcuni mediatori chimici che, come via finale comune, attivano i nuceli
paraventricolari dell’ipotalamo con i seguenti effetti:
– Stimolazione dei nuclei nervosi del sistema nervoso autonomo ortosimpatico:
via nervosa dello stress.
– Rilascio di corticotropina con conseguente attivazione dell’asse ipotalamo
ipofisi surrene: via chimica dello stress.
La via nervosa dello stress è la principale responsabile dei vari effetti corporei
direttamente percepibili: battito cardiaco accelerato, contrazione muscolare,
aumento della temperatura corporea, dilatazione pupillare, inibizione della
digestione.
La faccia dello stress
Lo stress è sperimentato dalle persone con diverse emozioni: Tristezza, Rabbia,
Disgusto, Paura.
Nel 1978 Paul Ekman, Professore di Psicologia presso il Dipartimento di Psichiatria
dell’Università della California, con il suo collega Psicologo Fallace Friesen crearono il
FACS (Facial Action Coding System) per catalogare più di 10.000 pissibilii
combinazioni di espressioni facciali categorizzate in 43 unità d’azione.
Ogni combinazione corrisponde a un numero FACS che include il nome del muscolo
coinvolto e l’emozione ad essa associata.
Nello specifico, questo manuale distingue 7 emozioni di base: rabbia, tristezza,
paura, disgusto, sorpresa, contentezza.
Defaticare la mente dallo stress
“Ci dormirò su”… Quante volte lo abbiamo ripetuto? Ebbene è proprio il caso di
affermare che è la scelta giusta.
Il sonno aiuta a rinormalizzare l’ 80 % delle sinapsi, quelle più plastiche e deboli, ciò
presenta due importanti vantaggi: quello che è poco importante viene dimenticato
lasciando spazio all’apprendimento futuro, e le informazioni apprese da poco
vengono integrate con quelle già acquisite. (Giulio Tononi et Al, 2017)
Ma è sufficiente questo? Nel 2020, è utile parlare di tecniche integrate per ridurre
la fatica durante un compito.
La tecnologia avanza e ci pone di fronte a situazioni in cui un evidenziatore o una
sana dormita non sempre bastano; e allora come fare quando vogliamo ridurre la
fatica durante un apprendimento multimediale? La risposta è DISCRIMINAZIONE! Il
carico cognitivo è notevolmente ridotto quando le informazioni sono presentate con
sole narrazioni parlate e animazioni, piuttosto che con un testo scritto aggiunto.
(Mayer e Moreno, 2003)
Caro lettore, ti auguro una sana dormita e una saggia discriminazione!
Potrebbero interessarti
- Curare i disturbi alimentari con la psicoterapia
- IEuD: TMS nell’approccio multidisciplinare per la…
- La terapia cognitivo comportamentale e i suoi sviluppi.
- Come gli italiani cercano di rilassarsi su internet
- Cosa deve fare un professionista per aderire al…
- DIRimè: un nuovo approccio all'infanzia per il…
- A proposito di genitori. Il Summit educazione…
- EDUCAZIONE POSITIVA: A MAGGIO L’EVENTO ON LINE PER I…