L’attenzione visuo-spaziale nello sviluppo tipico e atipico
Perché è importante studiare l’attenzione in ambito psicologico, in particolare afferente alla psicologia dello sviluppo?
Semplice, l’attenzione è uno dei deficit che si manifesta nei principali disturbi dello sviluppo.
Che cos’è l’attenzione: definizione
La definizione più accreditata è la seguente: una funzione multicomponenziale che serve per inibire informazioni inutili e selezionare quelle utili che provengono dall’ambiente circostante l’individuo.
Si suddivide in due ulteriori paradigmi; il primo parla di attenzione space-based, il secondo object-based. L’attenzione basata sullo spazio è da interpretare come un fascio di luce che irradia un’area circoscritta di spazio entro cui estrarre le informazioni importanti ed elaborarle, ignorando quelle presenti al di fuori del campo selezionato dal fascio luminoso.
L’object-based attention invece si concentra sulla capacità, già presente nella prima infanzia di orientare l’attenzione verso specifici oggetti discriminati, per esempio vari esperimenti hanno evidenziato come i bambini di quattro mesi preferiscano oggetti sociali (eg. volti) rispetto a non sociali, mentre i neonati sono per di più attratti dagli oggetti in movimento.
L’esperimento sulla Attenzione dei bambini
Nel dettaglio un esperimento ha presentato una sequenza di volti regolare senza movimento e i bambini mostravano in seguito una preferenza per un volto di profilo diverso da quelli mostrati, cioè riuscivano a elaborare completamente l’informazione; in un secondo caso venivano presentati volti con sequenza random e coglievano parzialmente le informazioni; infine quando esposti a una sequenza di volti senza movimento non avveniva alcun riconoscimento. Un secondo studio rilevante ha mostrato come i tempi di reazione nell’orientare l’attenzione all’interno di un medesimo oggetto, da un punto all’altro dell’oggetto medesimo che segnava una traiettoria della stessa lunghezza che separava quell’oggetto da un secondo oggetto, erano minori rispetto allo spostamento dell’attenzione verso un altro oggetto a partire dal primo. I suddetti esperimenti sostengono l’evidenza empirica delle teorie space-based e object-based sull’attenzione visuo-spaziale.
Conclusione
Per concludere si è dimostrato che i bambini preferiscono sin dalla nascita movimenti biologici, come ad esempio una maggiore attenzione riservata al movimento di puntini che raffiguravano il movimento di un’oca rispetto a puntini che si muovevano casualmente. Queste ricerche hanno esplorato la capacità fondamentale dei neonati di distinguere tra elementi sociali e non, con preferenza per i primi e la capacità di orientarsi nello spazio in base ad un procedere per “prossimità”, il che rende più semplice organizzare una mappa interna del mondo circostante e agire su di esso. Infatti una minima porzione di campo di un singolo oggetto porta più facilmente all’esplorazione di quell’oggetto rispetto al dirigere l’attenzione su di un altro ancora estraneo (il passaggio da un oggetto all’altro si chiama shift e qualora si verifica si parla di disancoraggio, shift/spostamento, ancoraggio).